Ciao,
benvenutə nelle NeWSletters cosmetiche che, secondo un sondaggio di autovalutazione dei lettori (ovvero, il questionario che avete compilato qui ), è risultato giusto che arrivi una volta al mese, precisamente il secondo lunedì del mese. Ecco cosa è emerso:
· 85% di voi ha dichiarato che una cadenza mensile è perfetta.
Inoltre, i contenuti che troverai in questa newsletter sono diversi da quelli pubblicati su:
Anche in questo caso il test di autovalutazione dei lettori ha dato il placet con i seguenti risultati.
· 46% ha votato “Contenuti diversi canali diversi”
· 54% ha votato “Approfondimenti di diverso livello”
Così sia, da buona interprete del mercato, per offrire il miglior prodotto per le esigenze dei consumatori lettori.
Qui esploriamo il mondo della cosmetica a 360 gradi: dal marketing alle normative, dalla comunicazione alle formulazioni, senza dimenticare un pizzico di leggerezza e la tragicomicità della vita corporate. Il tutto con il famoso “tone of voice” nuovamente differente da altri luoghi. Condito con parecchio spirito critico qualche esperienza vissuta, a volte opinioni, con il bias inevitabile di chi lavora nel circo del settore, e se non fragranti risate, perlomeno sorrisi.
Oggi parleremo di una verità che in pochi hanno dichiarato a piena voce. Una verità che fa pizzicare (letteralmente): quella relazione tossica di amore/odio con uno degli ingredienti più amati/odiati delle liste ingredienti contemporanee.
Sì, oggi parliamo del retinolo. O meglio: di quando smette di essere un attivo e diventa un sequestratore emotivo cutaneo. Benvenutə nella Sindrome di Stoccolma in versione skincare.
La Sindrome di Stoccolma spiegata a chi ha fatto più skincare che terapia
Cos’è la Sindrome di Stoccolma? È quel “simpatico” fenomeno per cui, in certe condizioni limite (tipo essere tenuti in ostaggio), si sviluppa un affetto sincero verso il proprio sequestratore. In pratica: più ti fa soffrire, più ti convinci che sia per il tuo bene.
Ora, immagina di applicare questa logica alla tua routine serale.
Se lui (il siero al retinolo) ti fa lacrimare gli occhi, ti fa pizzicare le guance e ti lascia la pelle sottile come una sfoglia, ma tu continui a usarlo pensando “vuol dire che funziona”...
Congratulazioni: sei ostaggio di un attivo cosmetico.
Il retinolo: da salvatore a carnefice in tre step
Tutto inizia con entusiasmo:
“È il gold standard dell’anti-age!”
“Lo usano anche i dermatologi!”
“Non esiste routine seria senza retinolo!”
Così lo compri. Lo introduci con cautela, una volta a settimana. Poi due. Poi tre. Poi perché no, tutte le sere. Magari abbini anche un contorno occhi specifico. E un siero. E un booster. Tutti con retinolo.
In commercio ci sono molti kit routine a disposizione.
Ecco. Il tuo viso non è da trattare come un Baumkuchen1: i limiti regolatori valgono per ogni singolo prodotto, non per la somma. No, non puoi mettere in un foglio Excel le varie percentuali per calcolarne la somma.. ma la tua pelle fa i conti eccome.
Poi ti presenta il conto sotto forma di:
Irritazione.
Fragilità.
Spellature random.
Il famoso “effetto carta velina”.
Qui sì che sono lacrime amare, no lacrime che bruciano. Sì, non solo in senso metaforico quando il contorno occhi tira, ma proprio in senso dermatologicamente verificabile. È il primo segnale che quella zona, già fragile, non ne può più. Non potendo però urlare “basta!”, si limita a bruciare. Empatica, la pelle.
- il mio contorno occhi che cade a pezzi -
Spoiler: se pizzica, non è detto che stia funzionando
C’è questa idea romantica, molto anni ’90, secondo cui se un cosmetico “si sente”, allora è potente.
Pizzica? Funziona.
Tira? Sta agendo.
Brucia? WOW, CHE PEELING.
No.
La verità è che i cosmetici seri lavorano in silenzio, come gli esperti veri: non hanno bisogno di fare scena per essere efficaci.
Il pizzicore non è un parametro di successo. È un segnale d’allarme. La pelle non è una palestra, e il "no pain no gain" qui non vale.
Un ingrediente potente ma anche molto sopravvalutato
Il retinolo resta un ingrediente attivo e riconosciuto, su questo non si discute. Stimola la sintesi del collagene, accelera il turnover cellulare, fa tutto quel che promette.
Ma…
Non è per tutti.
Non è per sempre.
Soprattutto, non è l’unico.
Il SCCS* ha raccomandato:
Indovina? Questi limiti valgono per ogni prodotto singolo. Non per la combo olio + siero + crema + contorno occhi tutti con retinolo.
Sommandoli inconsapevolmente, si finisce nel girone Dantesco dell’irritazione costante,-dove finiscono quelli che perseverano nell’errore, me!- dove la pelle non si rigenera, ma si difende.
Esistono alternative che non ti fanno piangere (letteralmente)
Se ti stai chiedendo se devi per forza soffrire per vedere risultati:
Spoiler 2 – La vendetta: no.
La cosmetica moderna ha creato soluzioni:
Per chi è stancə di piangere lacrime che bruciano sul serio, ecco alcune alternative che il mondo della cosmetica ha identificato con benefici comparabili al retinolo, senza il drama:
· Retinoidi di nuova generazione, come l’Hydroxypinacolone Retinoate (HPR): agiscono direttamente sui recettori retinoici senza passaggi intermedi. Tradotto? Meno irritazione, più effetto.
· Retinaldeide: fratello elegante del retinolo, un passo più vicino all’acido retinoico nella catena di conversione… ma con un tono di voce decisamente più gentile.
· Bakuchiol: l’attivo vegetale più citato nei pitch marketing degli ultimi cinque anni. Lavora in modo simile al retinolo, ma senza litigare con la tua barriera cutanea.
· Peptidi biomimetici: quelli che sussurrano alla tua pelle: “Ti ricordi quando producevi collagene da sola?”, “Sai che puoi far lavorare meno ‘sti melanociti che le macchie stanno bene solo sui dalmata?”. Lavorano sotto traccia, in modo diplomatico, senza causare drammi epidermici.
· Acido azelaico: tecnicamente non è un “retinol-like”, ma per chi cerca un effetto su grana della pelle e discromie, è una scelta intelligente. È più delicato, meno esigente.
Nessuno di questi è il gemello identico del retinolo, certo. Ma sono tutti candidati promettenti, ben tollerati e – soprattutto – compatibili con una vita sociale che non preveda restauri da belle arti, maschere SOS ad azione lenitiva ed idratante o, in ultimo, pozioni magiche.
Conclusione: l’amore vero non pizzica
Il retinolo non è Satana in flacone. È un ingrediente complesso, utile, ma che va usato con cautela e va rispettato. Non mitizzato, né sommato con leggerezza in routine da 8 step che sembrano prove di resistenza.
Ricorda: una pelle che funziona non è quella che “resiste” al trattamento, ma quella che risponde bene nel tempo.
Se devi scegliere tra una pelle arrossata e una pelle in salute, la bellezza – quella vera – ha già deciso per te.
Con affetto, consapevolezza e contorni occhi in pace,
P.S. Questa Newsletter è frutto di ben 3 tentativi (eh sì, sono testarda) di utilizzo del suddetto ingrediente al quale auguro il meglio, ma le nostre strade si divideranno.
*Fonti:
Parere SCCS/1639/21
Regolamento (UE) 2024/996
Baumkuchen. Dolce allo spiedo di origini tedesche anche diffuso in Giappone. Il nome del dolce, che in tedesco significa "torta albero", deriva dai suoi caratteristici strati concentrici interni che ricordano quelli che si possono vedere in un tronco.
leave-on. Un cosmetico che, dopo l'applicazione sulla pelle o altre parti del corpo, non viene rimosso o lavato via
rinse-off. Prodotti cosmetici destinati a essere rimosi dalla pelle attraverso il risciacquo con acqua.
Molti cuori per tutto ma di più per Samantha con la faccia da peperone nella friggitrice ad aria ❤❤❤
Eleonora Gravino, sposami <3